Qual è il vero motivo che ci spinge a creare con il linguaggio corporeo?
Gatta trova la risposta in concetti apparentemente semplici: il tatto, i respiri, la comunità, la vicinanza, l’aderenza agli approcci e le relazioni scaturite da essi. La totale assenza di tutto ciò ha svelato che il sostenerci e l’ispirarci l’un l’altro è già di per sé danza. Dall’intimo desiderio di re-incontrarsi, misurarsi, fondersi nasce Keeping Warm, che vuole giovarsi della maggiore consapevolezza del sé, acquisita durante mesi dedicati alla riflessione, per trovare nuovi modi di comunicazione che rafforzino la capacità di relazione con l’altro e con l’universo che ci ospita.
Lo spettacolo mette in scena la profonda volontà di prendersi cura della danza e dello spazio che essa può abitare attraverso il calore dei corpi e degli animi che lo vivono, per giungere ad un risveglio delle membra statiche e delle menti sopite. Ecco dunque che l’autenticità della condivisione di percezioni ed intuizioni tra coreografa e danzatrici durante la creazione ha dato vita ad un sano e accurato dialogo non solo verbale ma soprattutto corporeo. La complessità e l’ambiguità del nostro presente sembra metterci di fronte a superfici ghiacciate su cui è facile scivolare o montagne di neve da cui si può essere travolti. Forse basterebbe essere duri come il ghiaccio e candidi come la neve per affrontare tutto questo. Immerse in paesaggi innevati e freddi, tre donne si ri-conoscono per sostenersi, donando rinnovata fiducia reciproca ai loro corpi per condividere un’esperienza apparentemente ostile.  Continuano a vivere in una realtà descritta da condizioni atmosferiche come il vento, la neve, il freddo che compromettono le funzioni fisiologiche.
Persistono e indagano nuove prospettive e visioni, connettendosi con e attraverso il corpo.
Ispirate da modelli archetipici della nostra cultura e tradizione occidentale, si animano immagini simboliche ed evocative, le quali permettono il fluido mutare della qualità sensoriale, corporea ed emozionale: il Titano Atlante che sorregge l’intera volta celeste, la Dea della neve Chione e il rituale del travestimento carnevalesco che, sovvertendo i codici, scaccia gli spiriti maligni per accogliere la rinascita primaverile.
“Credo fortemente che divulgare un messaggio di cura, attraverso la danza e l’arte, è e sarà necessario per la guarigione tanto oggi desiderata dai nostri corpi e dalle nostre anime”.


Alessia Gatta