CLASSICI DEL SECOLO FUTURO
Da “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders
“Ma per noi, sentire è svanire; noi ci esaliamo, sfumiamo, di brace in brace emaniamo odore sempre più lieve. (…) Avrà forse sapore di noi il cosmico spazio in cui ci dissolviamo? Sarà vero che gli angeli attingono solo da loro stessi? O talvolta, come per sbaglio, c’è in quello spazio un po’ d’essere nostro?”. A partire dalle suggestioni del film Il cielo sopra Berlino di W. Wenders, dalla lettura dei testi di Peter Handke e dall’opera poetica di Rilke, accompagnati da alcune canzoni di David Bowie, proviamo a disegnare un paesaggio di cura del nostro presente facendo dialogare la scena con le visioni del linguaggio cinematografico. Ascoltare, osservare e prendersi cura di noi stessi e dell’altro e del mondo che ci circonda. Stare dentro al mondo e poterlo guardare da lontano, come fossimo noi il cielo su di noi e sulle nostre città. Alla ricerca di quando il bambino era bambino, di quando “camminava con le braccia ciondoloni, voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente e questa pozzanghera il mare”.