DUE LINGUAGGI, UN POETA
Un progetto multidisciplinare, che unisce l'arte teatrale e l’arte pittorica per creare una narrazione coinvolgente e immersiva.
Il connubio tra la performance dal vivo e l'espressione visiva offre al pubblico una prospettiva arricchente: immagini fisiche e pittoriche si susseguono in un fluire narrativo, guidando il pubblico nell’esplorazione delle tematiche e delle visioni care a Pier Paolo Pasolini, che fu tra l’altro autore di teatro e anche pittore.
Suggestioni, figure, parole e azioni sono “sotto gli occhi di tutti”: questa espressione, che cita il testo L'usignolo della chiesa cattolica, indica proprio lo stare delle arti al servizio del pubblico, della sua emotività e riflessione. Le arti si offrono, come carne e spirito, agli sguardi altrui, con lo scopo, diverso per metodi, ma medesimo per intenzioni, di ricercare l’autenticità e la sacralità che pervadono l’opera e la poetica pasoliniana.

SPETTACOLO
Al centro della scena, una pedana di legno sospesa, retta da braccia umane. Nello stesso spazio si muove, solitario, visionario, Pier Paolo Pasolini, in eterno dialogo e scontro con la struttura del suo tempo. Lo spettacolo è un viaggio nella vita, nella poetica e nel cinema di Pasolini, e analizza con lo strumento del teatro fisico-poetico il rapporto teso e conflittuale tra il poeta e la società di cui si trova a far parte.
In scena, sette attori, cinque uomini e due donne. La figura di Pier Paolo Pasolini è interpretata da un singolo attore, mentre gli altri interpreti variano e si trasformano in personaggi diversi. La pedana di legno è la società italiana degli anni ’60, che resta sospesa in aria come sospesa nel mare è l’Italia, e sovrasta lo scrittore: lo schiaccia come lo stato civile e la sua crudele morte lo hanno schiacciato, e lo lascia da solo, impossibilitato a entrare nel meccanismo perpetuo della borghesia, solo nella vita come nella morte.
La pedana è sostenuta dagli attori stessi, che si alternano sotto e sopra di essa, e la fanno
ondeggiare, come il mare, come un equilibrio mai trovato. La sensazione che si vuole trasmettere è l’instabilità e il senso di soffocamento dato da questo muro/soffitto/pavimento, mentre il movimento incessante continua sopra e sotto la pedana: utilizzando le tecniche del physical theatre, cinque giovani attori salgono, scendono, cadono, sorreggono, mostrano immagini, oggetti,
si trasformano e rappresentano l’Italia del periodo e i personaggi che orbitano intorno allo scrittore: bersagli, amici, confidenti, accusatori, prostitute, intellettuali, giovani figli di borghesi, figure della sua vita privata e pubblica.
L'attrice si trasforma, invece, nella madre, in Laura Betti, in Anna Magnani, in Silvana Mangano donne fondamentali nella vita e nell’arte del poeta. Si svela così l’intima solitudine di Pasolini, la sua fragilità e la sua ricerca di purezza, e accanto alle immagini feroci del suo tempo si cominciano a delineare altre immagini, cariche di speranza, di genuinità e di sensibilità: emergono ricordi, momenti di vita personale, che dialogano con il protagonista e lo astraggono per un momento dalla lotta.

Traballa l’Italia, si inclina per far salire le persone, ma in un attimo le ributta giù, in una continua ricerca di potere da cui nessuno si salva. Con le loro meschine abitudini, i personaggi sono i protagonisti della struttura di legno quando salgono vittoriosi, certi di sé stessi, ma ne sono anche le vittime, costrette a supportarne il peso e così a suffragarne l’esistenza, come di una verità incrollabile.
Crolla tutto, invece, per Pasolini: crolla la sua fede nel partito comunista, crolla la sua
reputazione pubblica, diffamata, crolla il suo amore, ritenuto contro natura. Crolla piano piano la sua vita, fino all’ultimo rabbioso crollo: rimasto solo, Pasolini è costretto a sorreggere con le sue forze la pedana sospesa, che, come la società opprimente e violenta in cui vive, come una macchina in una spiaggia di Ostia, spietata e inesorabile, lo schiaccia, fino a crollare su di lui, provocandone la morte.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti, proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.