Gina Francon è la portinaia di Palazzo Chigi, ha visto gli ultimi 30 anni di storia d’Italia passarle accanto.
Nata in veneto e trasferita a Roma con un concorso truccato, come dichiara apertamente per essere onesta fino in fondo, vive tutte le difficoltà di una immigrata del nord al sud.
Un personaggio nato sui social dall’idea della attrice che la interpreta, durante il vuoto della prima quarantena, che da allora non può più smettere di esistere. I suoi follower aumentano a vista d’occhio.
In questo spettacolo, voluto fortemente dalla Fondazione Feltrinelli, Gina Francon racconta dal suo angolo della portineria le verità più scomode, i segreti più taciuti della politica Italiana.
Dato che, In questo anno e mezzo di Covid, lei ha aiutato il Governo nelle decisioni difficili, a volte persino per sbaglio, perché era lì, la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via. Ed ha raccolto dalla pattumiera le pagine che avrebbero spiegato i dpcm all’Italia intera.
In scena un tavolo, molti utensili ed una piastra elettrica. Su quella piastra la protagonista cucinerà dei veri biscotti da offrire, covid permettendo, agli spettatori. Sembra che per questi biscotti siano cadute intere formazioni di governo.
La Gina ha preparato il caffè a tutti e di tutti potrebbe raccontare qualcosa, considera i politici un po’ figli o figlie suoi, un po’ ex mariti da dimenticare.
La sua saggezza popolare la rende intra-partes: può dire ciò che pensa come lo farebbe la zia della porta accanto. È ecologista perché profondamente rurale, femminista in quanto matriarcale, europeista perché tutto il mondo è paese.
Queste le solide basi del suo programma politico. Perché sì, Gina Francon, in un colpo di teatro finale, decide di scendere in campo, e annuncerà con sorpresa di tutti la nascita del suo partito: il Partito della Gina.
Un partito squisitamente personale fondato sul carisma della Gina, leader non si sa di cosa, progressista quanto conservatore, post ideologico, post moderno e un po’ anche post mortem (degli altri).
Perché ricordiamolo tutti: una portinaia alle volte conta più di un intero team di addetti stampa.


La Gina Francon è la versione contemporanea di una maschera teatrale, e può permettersi di essere cinica, scorretta, satirica.
Nasce dalla necessità impellente di poter fare satira, in un tempo in cui capire cosa accade è più difficile che respirare.
In un paio di mesi su Tiktok ha raggiunto i 20 k follower.
Ad ogni nuovo video aumentano, quasi con preoccupazione della stessa interprete che pensava di poter smettere una volta finito il lockdown...
Ma la Gina merita una vita propria.
La possibilità di collaborare con Fondazione Feltrinelli ha scatenato le nostre idee.
Uno spettacolo che nasce dall’urgenza di questo momento storico, usando l’ironia come arma a doppio taglio per riaprire ferite ed allo stesso tempo ricucirle.
L’idea è quella di raccontare, attraverso i suoi occhi, il nostro Paese.