Un uomo ormai disperato cerca di raccontare una storia dimenticata nel tempo. Sdraiato, vestito di stracci, tra sacchi dell’immondizia e spazzatura c’è un uomo. Chiuso nella sua solitudine ha viaggiato di citt$ in citt$ per portare il suo messaggio, ma nessuno lo ha ascoltato.
E' stato abbandonato, dimenticato. Quest'uomo "vittima del nostro tempo" la vittima dell'involuzione culturale che ci circonda. E' la cultura ormai dimenticata. E' un cantastorie di un'altra epoca. Non un pazzo, con sé porta una storia che si sta perdendo nel tempo, la storia di una lingua, la storia di un continente. Questa storia, ormai perduta, soggiogata, depauperata del suo valore e della sua importanza, cerca di nuovo qualcuno che l'ascolti. L'uomo la porta con sé scritta in un libro magico.
Con le movenze di un folle, ma lo spirito di un saggio, le parole dell'uomo viaggiano indietro nel tempo fino ai nostri antichi padri ellenici, per poi approdare alle origini della lingua volgare. E' qui che egli si trasforma, spinge lo spettatore nel racconto, indossando i panni dei suoi personaggi immaginari.
Accompagnato da una musica tribale attraversa, in un viaggio della mente e degli spiriti o, dello spirito, l'Inferno di Dante.


In modo coinvolgente lo spettacolo porta lo spettatore in un viaggio appassionante, partendo dalle origini dell'antica Grecia seguitando, Con San Francesco e poi ancora attraverso gli scritti di Dante e la sua Divina Commedia, in ordine non cronologico l'Inferno, Ulisse, il conte Ugolino e Paolo e Francesca, per capire l'importanza di un testo che ha dato vita alla nuova lingua italiana.


Tanti sono i riferimenti alla storia d'Italia e al Rinascimento italiano. Il nostro protagonista ricostruisce l'origine della lingua volgare descrivendo il mondo della Divina Commedia, i luoghi dove Dante, accompagnato da Virgilio, si muove e interagisce, divenendo lui stesso quei personaggi.


La luce, realizzata dal direttore della fotografia Davide Manca, alterna diversi colori a risaltare i diversi momenti dello spettacolo, separando i diversi momenti di trasformazione del personaggio.