Ubi maior… minor cessat.
Tito ha vent’anni ed è molto più di un campione di scherma: è un giovane brillante, carismatico e determinato, che ha conquistato il gradino più alto del podio olimpico con sacrificio e dedizione. Il successo lo ha reso celebre, gli sponsor lo corteggiano, ma lui non si lascia sedurre né dal denaro né dalle lusinghe del mondo mediatico dell’intrattenimento. La sua vita è scandita da allenamenti, competizioni e continui spostamenti, tanto da non aver mai sentito davvero il bisogno di una casa tutta sua. Quando finalmente decide di farlo, resta comunque vicino alla famiglia.
Ma un giorno, un messaggio inaspettato di suo padre lo richiama bruscamente a casa. C’è un problema. Un guaio serio, pericoloso, che nessuna vittoria sportiva può risolvere. Il problema più insidioso è costituito da una leggerezza commessa da Lorena, sua madre, per cui ora si ritrova ad avere a che fare con un personaggio poco raccomandabile.
Tito si trova davanti alla sfida più difficile della sua vita, ma questa volta non c’è una pedana su cui combattere, né un regolamento a stabilire le regole del gioco. I suoi genitori, da sempre punti di riferimento, si rivelano sotto una luce inedita e lui stesso scopre un lato di sé che non aveva mai immaginato. Per proteggere la sua famiglia, Tito dovrà fare una scelta: restare fedele ai suoi principi morali o infrangere le sue stesse regole. In questa partita, non conta la forza, la tecnica o la disciplina… conta solo quanto si è disposti a sacrificare.

Ritrovare un autore come Franco Bertini, dalla scrittura incisiva e appassionata, con cui ho avuto il piacere di collaborare fin dagli anni ’90, è un’esperienza che rinnova lo stimolo creativo. Accanto a lui, Sabrina Knaflitz, interprete di grande sensibilità, e Leo Gassmann, giovane talento dal naturale carisma, al suo debutto teatrale in un progetto che affronta il tema della famiglia in modo originale e contemporaneo.
La pièce mette in scena dinamiche intense e imprevedibili: un padre sull’orlo di una crisi di nervi, un figlio determinato, una madre custode di un segreto e un personaggio dalla forte impronta criminale, il tutto intrecciato da un colpo di scena che ribalta le prospettive. Attraverso un linguaggio teatrale che alterna momenti di intensa emotività a spunti ironici, la regia costruisce un racconto visivamente impattante, tra luci cinematografiche, dissolvenze e una colonna sonora che accompagna e amplifica le emozioni. Un lavoro che si muove tra provocazione e coinvolgimento, capace di divertire e, al tempo stesso, toccare corde profonde.
Enrico Maria Lamanna

 

scene Massimiliano Nocente | costumi Teresa Acone | disegno Luci Pietro Sperduti