Il copione di questo spettacolo musicale in due atti è del tutto originale. La sceneggiatura è tratta dalla vera storia di Beatrice Cenci nobildonna romana vissuta nella seconda metà del 1500 e riadattata dal Maestro Simone Martino (che ha curato anche la Regia), compositore e autore di molte Opere musical, tra le più note citiamo, “Roma Opera musical”, “San Michele l’Angelo dell’Apocalisse”, “Lo sguardo oltre il fango”, “Il Canto di Natale - La favola musicale”, “Re Artù opera musical” e “Vlad Dracula” attualmente in tour italiano.

La vicenda si svolge nella seconda metà del 1500 quando la giovane subì ripetuti abusi da parte di suo padre Francesco Cenci, un nobile di spicco della Roma papale. La giovane denunciò gli abusi scrivendo direttamente al Papa, chiedendo di farsi rinchiudere in convento, pur di condividere la propria vita con quel mostro dentro casa, ma le sue preghiere non vennero ascoltate. Queste ripetute violenze spingono Beatrice a voler eliminare suo padre, sua unica via di scampo per essere libera. Con l’aiuto della matrigna Lucrezia Petroni Velli, del fratello Giacomo e del castellano Olimpo Calvetti, Dopo due tentativi andati a vuoto riescono nel loro intento, cercando di far passare la morte del nobile come un incidente, gettando il corpo già esanime dell’uomo da un mignano del casale di Petrella Salto (proprietà dei Cenci).

Le indagini proveranno il contrario e a nulla valgono le testimonianze delle violenze subite dalla giovane che verrà processata assieme ai suoi complici e decapitata l’11 settembre 1599 nella piazza di Castel Sant’Angelo in Roma.

Beatrice Cenci può essere considerato uno dei casi di violenza casalinga più documentati nella storia antica.

La brutalità della legge romana della fine del 1500 non è certo paragonabile alla giurisdizione dei nostri giorni. Certo la violenza sulle donne era, e purtroppo rimane ancora, una gravissima piaga della nostra società.