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Dal 21 al 24 Maggio 2026

ANTONIO GROSSO

MINCHIA SIGNORE TENENTE

con ANTONIO  GROSSO | NATALE  RUSSO | GASPARE  DI STEFANO | FRANCESCO  NANNARELLI |  MARIANO VIGGIANO | ALESSIA D’ANNA |ANTONELLO  PASCALE | FRANCO SCASCITELLI | ROCCO PICIULO |  ADRIANO AIELLO 3atro produzione

Regia ANTONIO GROSSO

In Minchia Signor Tenente ci troviamo in Sicilia nel 1992, in un piccolo paesino c’è una caserma dei carabinieri, posta su un cucuzzolo di una montagna. I nostri militari (ognuno proveniente da una regione diversa italiana) affrontano la quotidianità del paesino oramai in cui la cosa che turbe di più la gente del porto è il ladro di galline (una volpe!) Tra sfottò, paradossi, un matto che denuncia sempre cose impossibili e situazioni personali (uno dei militari è fidanzato con una ragazza del porto e la legge lo vieta) i ragazzi si sentono parte comune di una famigli, un’unica famiglia. L’arrivo di un tenente destabilizzerà l’unione dei 5 carabinieri. Signor tenente è la commedia che negli ultimi 20 anni, si parla di mafia ma in maniera totalmente ironica e originale, facendo si che la risata porti alla riflessione, ma soprattutto al nodo di porsi verso le ingiustizie per far sì che ognuno di noi, possa avere uno sguardo dritto senza mai voltarsi, affrontando con coraggio e leggerezza tutto ciò che la vita ci offre.

NOTE DI REGIA

La regia si propone di rappresentare al meglio il rapporto di quotidianità che accompagna i protagonisti, vittime di quell’Italia del primi anni Novanta, in cui morte o distruzione rappresentavano il paese. La comicità dello spettacolo è esilarante, travolgente, originale a tradizionalista, alternando momenti di leggerezza a riflessioni profonde sulla realtà della mafia, descritta come una “polvere” che, nonostante gli sforzi per eliminarla, ritorna e si annida nuovamente negli stessi luoghi. Il titolo dello spettacolo richiama L’espressione amara “Minchia Signor Tenente”, detta tra i denti perché urlarla significherebbe insubordinazione, ma tacerla equivarrebbe ad arrendersi alle gerarchie oppressive e al male del mondo. Il tema della legalità è trattato dal punto di vista degli uomini che non fanno notizia, in un’ottica tragicomica, rappresentati nella loro quotidianità fatta di momenti belli e brutti, seriosi e divertenti, di amore e di passioni.